
Torno adesso dalla camera ardente di Letizia Battaglia allestita al Palazzo delle Aquile, il Municipio di Palermo. Tra i mazzi di tulipani e di rose, ai piedi della bara, qualcuno ha adagiato un rullino e il copriobiettivo di una Canon, mentre il cagnetto Rumi saltella tra cordoli e vigili in alta uniforme per avvicinarsi ancora a lei. Un amico suona alcuni brani con la tromba, mentre la figlia Shobha, il Sindaco Orlando e via via tanti volti iconici della città la ricordano con ironia, nostalgia, passione. Sento di stare vivendo un’ultima grande pagina della Storia incredibile di questa città e mi immergo nel fiume di emozioni, acuite dal fatto che un anno e mezzo fa la camera ardente nello stesso luogo era quella di mio padre, che, negli stessi anni in cui Letizia fu Consigliera e Assessora, era il Presidente del Consiglio Comunale.
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